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"Gravity" di Mariarosaria Guarino - Recensione

Buongiorno ^_^
Oggi vi parlo di un romanzo Distopico la cui cover, lo ammetto, non aveva catturato il mio interesse (amo i muscoli, ma qui ce ne sono troppi in vista per i miei gusti e soprattutto per un romanzo Distopico), ma… anzi, MA…
Serie: Gravity
Autore: Mariarosaria Guarino
Editore: Pub Me
Genere: Distopico

TRAMA: 
"Ognuno di noi credeva che la vita dell’altro fosse perfetta, ma a quanto pare ci sbagliavamo entrambi.”
In un futuro post apocalittico, l’umanità è scampata alla morte insediandosi in una città sospesa tra cielo e Terra: Gravity, un luogo in cui l’ordine e l’obbedienza sono alla base di tutto.
Qui vive Aron Every, il più giovane tenente dell’aviazione all’accademia militare, destinato a una grande carriera e ammirato da molti. A mettergli i bastoni fra le ruote è un membro della rispettata famiglia Douglas, che fin da subito non mostra alcun rispetto per il suo grado militare e cerca con disprezzo di ostacolarlo, spingendolo a sacrificarsi per salvare i suoi affetti.
È vivo per miracolo ma, cosa ancora più sconcertante, la Terra non è morta come gli avevano fatto credere. Ci sono dei sopravvissuti, degli uomini che desiderano una vita migliore, guidati da una ragazza ribelle e senza paura che gli mostra cosa sia la libertà. Lontano da tutte le regole ferree di Gravity che seguiva solo per amore verso la sorella, Aron è finalmente se stesso. Ma non tutti sono buoni e il pericolo presto giungerà anche lassù.
Aron deve decidere da che parte stare. La sua famiglia ha bisogno di lui, può rinnegare ciò in cui crede per salvarla o la sua vita ormai è sulla Terra? Perseguire la pace è davvero l’unica via?
La sua passione e adrenalina si scontrano con la violenza di chi non vuole ammettere di essere nel torto, in una storia che fino all’ultimo non lascia certezze. 
L’uomo crede di essere il padrone del mondo, ma a volte il mondo gli si rivolta contro…
“Gravity è un bel posto se non hai difficoltà ad annientare te stesso: navi volanti, tecnologie all’avanguardia, progressi in campo medico che lasciano senza fiato. Visto dall’esterno può sembrare fantastico, ma sapere che non c’è essere vivente in grado di superarti può dare alla testa.”
Le prime pagine di questo romanzo ci portano dritte nel cuore della storia ma, come ci si aspetta da un buon incipit, senza svelare troppo e lasciandoci un bel gruzzolo di domande affamate di risposte.
Aron, il nostro bel protagonista vive su Gravity, una flotta navale costituita da veicoli volanti, posta a oltre dieci chilometri d’altezza nella troposfera. Su questa piattaforma volante hanno trovato rifugio gli ultimi umani superstiti. Sopravvissuti al deterioramento che ha decretato la fine della Terra, ormai abbandonata.
[…] era l’unico capace di farmi provare certe sensazioni. Spesso mi indisponeva, eppure sapeva come confrontarsi e aveva l’innata abilità di prendermi in giro in un modo che faceva emergere il meglio di me. Demoliva le mie certezze e me ne forniva di più solide; da quando c’era, ero un’altra persona.
Aron ha origini miste. Il padre è occidentale, mentre la madre è asiatica. Devo dire che ho molto apprezzato questa scelta dell’autrice che, accompagnata da un adeguato lavoro di ricerca sulle caratteristiche legate a questa affascinante cultura molto diversa dalla nostra, ha dato fin da subito uno spessore importante al personaggio.
Costretto a vivere in un sistema al quale non sente di appartenere, Aron sarà costretto a fare una scelta che cambierà, non solo la sua vita, ma anche le sorti dell’intera umanità.
Una storia molto ben strutturata, ben scritta, con quel pizzico di peperoncino che piace a me.
Amore, complotti, avventura. Gli ingredienti giusti ci sono tutti, e sono anche ben dosati.
I miei complimenti all’autrice per l’accurato lavoro svolto soprattutto dietro le quinte. Quando l’impegno c’è, ed è tanto, si vede.

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